Il voto in South Carolina

Qualche rapida considerazione sul voto in South Carolina

  1. Pur con uno scarto inferiore a quello che gli attribuivano in sondaggi, Trump vince nettamente. In primarie aperte, dove gli elettori non-repubblicani sono stati quasi il 30% (e tra gli indipendenti, il 22%, Haley ha vinto 60 a 40). Nello stato della sua rivale, che fu governatrice per due mandati.
  • Per la Haley non vi è oggettivamente una via alla vittoria. Indipendenti – laddove possono votare – e anti-Trump non bastano, questo hanno detto in modo inequivoco le primarie repubblicane. Il 2024, insomma, non è il 2016.
  • Perché allora non si ritira dalla contesa? Le spiegazioni sono diverse. Innanzitutto, dispone delle risorse per continuare una costosissima campagna. Grandi donatori continuano a finanziarla (cosa che invece non avveniva più per De Santis). Magari spera che i guai giudiziari di Trump finiscano per travolgerlo in tempo utile per sostituirlo (prospettiva, va detto, assai irrealistica al momento). Mal che vada, finirà lautamente retribuita in qualche consiglio di amministrazione di questi finanziatori, come in fondo è capitato ad altri avversari repubblicani di Trump o del Tea Party (pensiamo solo agli ex Speaker della Camera Boehner o Ryan). Può darsi che vi sia una scommessa politica su un’altra pesante sconfitta elettorale di Trump e dei trumpiani dopo quelle del 2018, 2020 e 2022. Il partito repubblicano sarebbe forse (forse…) finalmente obbligato a intraprendere quella lunga camminata nel deserto evitata dopo il 6 gennaio. E i pochi, veri anti-Trump avrebbero una forza e una legittimazione mancanti a tutti gli altri. O forse Haley è mossa da (comprensibili) astio e livore, verso un avversario che da settimane la offende, che ha riesumato sue presunte infedeltà coniugali e che – legato a questo – ha preso grossolanamente in giro il marito della Haley, maggiore della guardia nazionale della South Carolina da mesi in missione nella base a Gibuti.
  • È questo l’altro elemento significativo delle primarie. Contraddistinte anch’esse da una sorta di polarizzazione, in questo caso intra-repubblicana, che evidenzia – pur nelle vittorie – alcune patenti fragilità di Trump. Fragilità che sarebbero magnificate da una condanna di qui a novembre. Vedremo se questa fragilità sarà contenuta. In fondo nel 2008 l’asprezza dello scontro tra Obama e Clinton raggiunse picchi estremi (e una percentuale di elettori di Clinton non votarono poi per Obama, più alta di quella degli elettori di Sanders che non votarono per Clinton nel 2016), ma Obama vinse comunque facilmente. In un contesto contraddistinto però da una maggiore volatilità elettorale di quello fissamente polarizzato di oggi
  • I dati degli exit poll ci consegnano un quadro che abbiamo imparato a conoscere bene. Sovra-rappresentati tra gli elettori di Trump sono gli uomini, con redditi e livelli d’istruzione bassi o medio bassi (Trump vince 73 a 27 tra chi non ha un college degree), nelle zone rurali e in quelle exurbane e suburbane. Haley vince largamente a Columbia e a Charleston e tra gli elettori per i quali una priorità è la politica estera.
  • Un dato particolarmente significativo, già visto in Iowa e NH, è l’ampia vittoria di Trump tra l’elettorato giovane (66 a 32), evidentemente catturato dal suo nazionalismo e dalla sua ostilità a politiche estere attive e interventiste ovvero critico verso il conservatorismo molto ortodosso e “hawkish” della Haley. Si tratta solo del 7% dei votanti totali e bisogna capire come questo si tradurrà nelle presidenziali. Ma è un elemento che deve preoccupare i democratici, che il voto giovane rischiano di perderlo o di non mobilitarlo a sufficienza.
  • Infine, un altro dato significativo (e potenzialmente preoccupante per i democratici): si va verso un’alta partecipazione elettorale, che sfiorerà gli 800mila voti. Molti di più di quelli (540mila) delle pur combattute primarie democratiche del 2020.
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Di Mario Del Pero

Professore di Storia Internazionale e di Storia degli Stati Uniti all'Institut d'études politiques - SciencesPo di Parigi

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