NO, la Corte Suprema non si è pronunciata sull’ordine esecutivo con cui Trump pretende di abolire il XIV emendamento. Se mai dovesse pronunciarsi, sarebbe davvero difficile non ne rilevasse la patente incostituzionalità (anche se Thomas e Alito qualcosa s’inventeranno);
NO, la decisione non apre la strada neanche sul breve all’abolizione dello Jus soli. La decisione della CS non entra in vigore per 30 giorni. ACLU, varie organizzazioni per i diritti civili e tanti altri soggetti utilizzeranno questo mese per fare nuovi ricorsi (immagino class action in particolare) che porteranno a nuovi interventi delle Corti;
SI, che corti distrettuali intervengano con ingiunzioni che hanno valore universale e su tutto il territorio nazionale dei problemi li pone ed è novità relativamente recente. E d’altronde uno dei primi a esserne vittima fu Obama;
SI, questa estensione dei poteri delle Corti è in parte reattiva all’uso e abuso di strumenti esecutivi di governo (executive orders, signing statements, ecc) che a sua volta riflette l’estrema difficoltà di legiferare che a sua volta è espressione della polarizzazione ecc. ecc. ecc. . È insomma manifestazione della patente fatica della democrazia statunitense;
NO, questo ultimo punto si applica solo in minima parte a Trump II, che a legiferare manco ci prova. E il cui uso (e abuso) di decreti presidenziali (a oggi, in 4 mesi di Presidenza, ne ha promulgati più di Biden in 4 anni) riflette un modello autoritario di governo, in cui saltano tutti i checks and balances;
SI, erano stati le Corti ad esercitare – con uno strumento si diceva alquanto problematico – uno dei pochi contrappesi allo slittamento autoritario in corso;
SI, quello cui stiamo assistendo rivela tutta la fragilità della democrazia statunitense, con la sua anacronistica Costituzione, di fronte a un attacco che le viene mosso come mai nella sua storia moderna.
