Negli Usa il sostegno ampio e bipartisan a Israele ha iniziato a incrinarsi ben prima del massacro del 7 ottobre 2023. Le ragioni sono diverse (ho provato a discuterne qui: https://www.lemonde.fr/idees/article/2024/05/15/mario-del-pero-historien-israel-apparait-de-moins-en-moins-comme-un-facteur-de-stabilite-ou-un-partenaire-cle-pour-contenir-les-menaces-a-la-securite-des-etats-unis_6233367_3232.html e qui: https://www.treccani.it/magazine/atlante/geopolitica/stati-uniti-e-israele-verso-la-fine-della-relazione-speciale.html), su tutte la piena politicizzazione della relazione con Israele, diventata – soprattutto per opera di Netanyahu – parte del confronto politico aspro e polarizzato interno agli Stati Uniti. La relazione speciale tra i due paesi, per semplificare molto, è diventata relazione “speciale”, organica e finanche osmotica tra le due destre radicali (che condividono finanziamenti, piattaforme, consulenti, ecc). Secondo i sondaggi, abbastanza “rozzi”, di Gallup (https://news.gallup.com/poll/657404/less-half-sympathetic-toward-israelis.aspx), la percentuale di americani che solidarizzano più con la Palestina che con Israele sarebbe passata, in dieci anni, dal 12 al 33%; tra i democratici, sempre nello stesso periodo, dal 19 al 59% (con un contestuale crollo della simpatia per Israele, scesa dal 58 al 21%). Sempre tra i democratici il sostegno all’azione militare israeliana a Gaza sarebbe sceso da quasi il 40 a meno del 10% negli ultimi due anni (https://news.gallup.com/poll/692948/u.s.-back-israel-military-action-gaza-new-low.aspx).
Qualcosa però inizia a muoversi pure a destra, in particolare tra l’elettorato più giovane. Tanto che l’Economist vi dedica la sua ultima copertina – “Come Israele sta perdendo l’America” (https://www.economist.com/leaders/2025/09/18/how-israel-is-losing-america). La frattura generazionale è, sulla questione fortissima, e ha in parte una dimensione bipartisan. Laddove il 54% degli elettori over-65 dichiara una maggiore simpatia per Israele (con un calo significativo rispetto al passato, trainato soprattutto da elettori democratici), tra gli under -30 la percentuale scende ad appena il 13% (e al 22% tra gli elettori tra i 30 e i 45 anni di età). Se più del 50% dei repubblicani sopra i 35 anni di età simpatizza per Israele, questa percentuale crolla al 24% tra i repubblicani under-35 (https://responsiblestatecraft.org/poll-americans-israel/).
Gli effetti politici sono lenti a manifestarsi, e non intaccano per il momento la politica di aiuti militari a Israele. Si manifestano però in un numero crescente di eletti, anche al Congresso, assai critici verso Israele e in un generale cambiamento di linea nel partito democratico; oltre che nella denuncia dei crimini di guerra israeliani a Gaza e dell’azione dei coloni in Cisgiordania anche da parte di alcune importanti figure pubbliche e politiche del mondo conservatore.
