Anche la North Carolina accetta l’espansione della sanità pubblica (Medicaid) per chi sta sotto un determinato reddito individuale o familiare (il 138% della soglia di povertà) proposta con la riforma sanitaria di Obama. Erano 24 gli stati controllati dai repubblicani che avevano inizialmente rifiutato l’espansione di Medicaid, finanziata al 90% dal governo federale con il restante 10% a carico appunto degli Stati. Ne sono rimasti oggi solo 10, meno della metà, tra i quali la Florida e il Texas. Con referendum statali (in Idaho, Utah, Nebraska, Oklahoma, Missouri) o decisioni delle assemblee legislative, l’espansione di Medicaid è giunta anche in molti stati conservatori. E d’altronde il programma è popolare, come hanno dimostrato questi referendum e tanti sondaggi (in North Carolina, l’80% era favorevole, incluso il 65% degli elettori repubblicani; risultati simili si hanno in Mississippi e Kansas, due Stati che non hanno accettato l’espansione di Medicaid). Perché Medicaid tutela, garantisce e – anche – si dimostra più efficiente nella gestione delle spese sanitarie (secondo alcuni studi, il costo per paziente è di circa 1/5 inferiore a quello delle assicurazioni private).
Che cosa c’indica tutto ciò?
- Che una delle conseguenze più rilevanti della riforma di Obama è stata la significativa espansione dell’offerta di sanità pubblica: oggi, tra Medicaid, Medicare (il programma federale per gli over-65) e la copertura dei militari, tra il 35 e il 40% degli americani ha accesso alla sanità pubblica (percentuale che sta attorno al 50% per alcuni Stati come il New Mexico e la West Virginia)
- Che, appunto, la sanità pubblica piace. E piace trasversalmente, agli elettori di destra come a quelli di sinistra
- Che la riforma sanitaria di Obama, con tutti i suoi difetti (e che fu approvata con un atto di mezza pirateria congressuale, via reconciliation e mille baratti sotto banco) è diventata negli anni una delle più importanti (e popolari) politiche pubbliche nella storia degli Stati Uniti contemporanei