Le lacrime di Biden

Fa una certa impressione ascoltare i discorsi con cui, in questi giorni, Joe Biden ha cercato di contenere il danno politico del drammatico fiasco afghano. Dopo la retorica – dotta, sofisticata, ma a lungo anche algida e distaccata – di Obama e quella ruvida, non di rado grossolana e ad alto tasso di machismo di Trump, abbiamo un Presidente umano, fin troppo umano nella sua anziana fragilità, che l’altro ieri si è manifestata anche nell’incapacità di controllare la commozione per le vittime del terribile attentato all’aeroporto di Kabul.

Non è il primo Presidente statunitense a piangere in pubblico, Biden. Anzi, i precedenti sono tanti e includono figure insospettabili, inclusi – in tempi recenti – Clinton, i due Bush e lo stesso Obama (in occasione della tragica carneficina alla scuola di Newtown nel 2012, che provocò la morte di venti bambini). E le lacrime o l’ostentazione della fragilità non sono necessariamente controproducenti, neanche in questi tempi di politica non di rado cinica e sprezzante. Nella sua lunga carriera politica, Biden ha spesso dimostrato una capacità di empatia che gli interventi di questi giorni hanno in fondo confermato.  Non sappiamo insomma se il condividere con i suoi concittadini la sua fatica, il suo dolore e la sua umana debolezza gli nuocerà politicamente ed elettoralmente. I precedenti storici su questo ci offrono indicazioni contraddittorie. Il riferimento più frequente è al famoso discorso del “malessese” che Jimmy Carter pronunciò in diretta televisiva nel luglio 1979, nel quale l’allora Presidente con i toni molto moralistici che ne contraddistinguevano la retorica invitò l’America a ricompattarsi, ritrovare unità e accettare uno stile di vita più austero e morigerato. E le somiglianze tra Biden e Carter  – a partire appunto dal tono mesto, semplice e molto empatico dei loro discorsi – sono sicuramente molte. Diversamente da quanto si crede, però, il discorso sul “malessere” di Carter non fu un fallimento: una ferita auto-inflittasi da un Presidente già in forte calo di popolarità e consenso. Anzi, come molti studi hanno poi evidenziato, per alcuni giorni l’America parve apprezzare quel Presidente genuino e diretto, e accettare i sacrifici collettivi a cui chiamava con il suo patriottismo piano ma efficace. La popolarità di Carter crollò per altre ragioni tra cui anche la decisione, stimolata proprio dal successo del suo discorso, di liquidare gran parte del suo gabinetto. Un gesto percepito come arrogante, incoerente e molto poco “carteriano”.

L’America del 2021 non è certo quella del 1979. La polarizzazione lacera il paese e lo divide rigidamente in due campi contrapposti, con una mobilità – di voti e di opinioni – assai più circoscritta. Per semplificare all’osso: la gran parte di coloro che stanno con Biden continueranno a sostenerlo, a prescindere da questa debacle; chi vi si oppone avrà una ragione in più per farlo. E a decidere le sorti politiche ed elettorali  di un Presidente e un partito chiaramente indeboliti da quanto sta accadendo, a partire dal cruciale voto di midterm del novembre 2022, saranno una pluralità di fattori, inclusa la capacità (e la possibilità) di portare l’Afghanistant fuori dai riflettori e far dimenticare almeno in parte questo orribile agosto 2021. Dipenderà insomma anche da variabili che sfuggono al controllo di Biden. La lezione di Carter e della storia offre però un monito e un’indicazione al Presidente: quella di non provare a essere ciò che non si è; e di non inseguire la chimera di un virilismo politico che non è per tutti e che spesso – come proprio l’Afghanistant ci ricorda – produce decisioni avventate e pericolose.

Il Giornale di Brescia, 28 agosto 2021

Di Mario Del Pero

Professore di Storia Internazionale e di Storia degli Stati Uniti all'Institut d'études politiques - SciencesPo di Parigi

Lascia un commento

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: