La doppia asimmetria del conflitto ucraino

La capacità di resistenza, inattesa e per molti aspetti straordinaria, dell’Ucraina ha reso rapidamente impraticabile la guerra lampo programmata e auspicata da Putin. Si è capito dopo pochi giorni che si sarebbe passati a un conflitto d’attrito, i cui tempi si dilatano e dove violenza e sofferenza aumentano inesorabilmente al passare dei giorni. E dove gli obiettivi strettamente militari s’intrecciano con l’azione diplomatica, a sua volta condizionata dalla narrazione della guerra e dal flusso incessante d’immagini e racconti che essa produce. Su questa narrazione le parti in conflitto costruiscono le loro rappresentazioni e la loro propaganda. Finalizzate ad alimentare o mantenere il consenso interno; ovvero funzionali a catturare il sostegno dell’opinione pubblica internazionale.

Su questo, sembra esservi oggi una doppia asimmetria. La prima consegue alla natura di questo conflitto. Che almeno di non voler scivolare in bislacchi negazionismi è molto nitida nell’indicare chi sia l’aggressore e chi l’aggredito: chi i civili altrui li uccide e chi i propri civili li vede morire. Questa asimmetria – funzione anche dello squilibrio di forze in campo – ne genera di riflesso un’altra, che l’aggredito, l’Ucraina, ha saputo indubbiamente sfruttare: il sostegno, materiale e ideale, di una parte preponderante della comunità internazionale va infatti a Kiev. E ciò produce effetti tangibili, pratici e simbolici. Stati Uniti ed Europa armano e finanziano l’Ucraina. Il Presidente Zelensky ha innumerevoli pulpiti dai quali parlare alle opinioni pubbliche nazionali e mondiale, ultimo in ordine di tempo l’ONU. Pulpiti, questi, che Zelensky utilizza (spesso con grande efficacia) per preservare e consolidare il sostegno finora ottenuto: per capitalizzare pienamente su questa seconda asimmetria.

Le immagini devastanti che giungono dall’Ucraina – da Bucha, da Mariupol e da tanti altri luoghi che scopriremo nei giorni e nelle settimane a venire –  irrompono a loro volta prepotentemente sulla scena. Ci ricordano cosa sia una guerra e cosa sia una guerra di aggressione che, incontrando una fiera risposta, degenera rapidamente in lunga guerra di logoramento. I civili ne diventano le vittime prime e principali. Perché estendendosi e prolungandosi, questa guerra non riesce più a discriminare tra obiettivi militari e non-militari; perché la resistenza ucraina è quella di un popolo in armi, pienamente mobilitato contro l’invasore; perché, infine, i civili diventano essi stessi bersaglio di una strategia finalizzata a colpire indiscriminatamente, con l’obiettivo ultimo di piegare morale e forza dell’avversario.

Vi sono spiragli per un’iniziativa diplomatica o bellica risolutiva? L’impressione è che la risposta debba essere negativa. L’attrito consegue a uno stallo militare che non è passività, tutt’altro, ma presa d’atto che il rapido successo della Russia previsto dai più due mesi fa non si è realizzato. L’auspicio di un forte indebolimento di Putin, e magari un golpe di palazzo, si è rivelato per il momento un’illusione smentita dalla crescita di popolarità dell’autocrate russo e dall’efficacia relativa di sanzioni ancora parziali e i cui effetti si dispiegheranno solo con gradualità. Di fronte a una situazione sul campo fluida e incerta, ogni mediazione internazionale si rivela impraticabile così come impraticabile è qualsiasi intervento diretto della NATO che rischierebbe di provocare un’escalation immensamente pericolosa. I riverberi globali del conflitto sono sì visibili (alla pompa di benzina e sugli scaffali dei supermercati), ma per il momento ancora contenuti.

In nessuna di queste tante variabili della crisi siamo insomma prossimi a un risolutivo punto di rottura. E il rischio, come ha sottolineato il Segretario della NATO Jens Stoltenberg, è davvero quello di una guerra lunga e drammatica come pochi avrebbero potuto immaginare.  

Il Giornale di Brescia, 7 aprile 2022

Di Mario Del Pero

Professore di Storia Internazionale e di Storia degli Stati Uniti all'Institut d'études politiques - SciencesPo di Parigi

Lascia un commento

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: