Il seggio del Senato in Arizona sembra andare ai democratici. Kelly ha un vantaggio solido e mancano più voti in contee dove i dem sono più forti. In Nevada la situazione rimane in bilico, ma i dem potrebbero prevalere (anche se poi partirà l’inevitabile riconteggio). Vi è insomma una concreta possibilità che i dem mantengano il controllo del Senato senza bisogno di attendere il ballottaggio in Georgia, dove partirebbero peraltro favoriti. Cosa ci dice e quali le implicazioni? In grande sintesi
- Se – e si sottolinea il se – l’esito fosse questo si confermerebbe la vittoria politica e in parte elettorale dei dem. Che mantengono il Senato, diversamente dal 2020 vanno decisamente meglio nei tanti voti statali, contengono la sconfitta alla Camera ottenendo uno dei migliori risultati del partito del Presidente nell’ultimo secolo. Un risultato per il quale avrebbero firmato non solo una settimana fa, ma anche prima dell’estate
- Il governo sarà comunque diviso e se era difficile passare legislazione prima lo sarà ancora più nel prossimo biennio. Alla camera, i repubblicani faranno probabilmente molto rumore – che comunque vi sarà un’altra infornata di rappresentanti trumpiani – con commissioni d’inchiesta, proposte di legge radicali, e tanto altro a uso e consumo del loro elettorato e con un occhio ovviamente al 2024. Rispetto al quale, però, se queste elezioni ci dicono qualcosa è che potrebbe rivelarsi un boomerang punito dagli elettori
- Controllare il Senato ha una valenza politico-simbolica forte. Ma ha anche implicazioni pratiche rilevanti, a partire ovviamente dalla conferma delle nomine alle corti, non più soggette all’ostruzione del filibuster. L’agenda legislativa, per quanto destinata a un vicolo cieco, continuerà a essere dettata dai dem e quindi modulata in funzione dei loro obiettivi politici e della campagna elettorale che subito si apre. Infine, considerazione molto banale, i senatori stanno in carica sei anni contro i due dei rappresentanti …..