George Santos e l’età della mitomania

È una vicenda a tutti gli effetti straordinaria, questa di George Santos, il giovane rappresentante repubblicano del (nuovo) 3° collegio di New York (una parte di Long Island, che include pezzi sia di Nassau che del Queens). E una vicenda che di giorno in giorno aggiunge nuovi, surreali dettagli. In sintesi, Santos ha dichiarato le seguenti falsità:

  • Di avere studiato in una prestigiosa high school (Horace Mann) nel Bronx
  • Di essersi laureato in economia e finanzia al Baruch College
  • Di avere preso un MBA a NYU
  • Di essere stato una star della squadra di pallavolo di Baruch (che a suo dire avrebbe “massacrato” Yale e Harvard, pur non avendovi mai giocato contro negli anni in cui lui (non) fu a Baruch…)
  • Di avere lavorato a Goldman Sachs e a Citigroup
  • Di essere ebreo
  • Di essere nipote di ebrei sopravvissuti all’Olocausto e riparati poi in Brasile
  • Che la madre si trovava in una delle Twin Towers l’11 settembre ed è morta di tumore qualche anno dopo a causa delle inalazioni di quel giorno (la madre non era a New York quel giorno)
  • Di aver perso 4 amici/dipendenti nella strage avvenuta nel nightclub di Orlando nel 2016

Nel mentre, le certezze sono:

  • che ha lavorato per una piccola società d’investimenti i cui fondi furono congelati nel 2021 dall’agenzia federale competente (la SEC) per diverse frodi
  • che nel 2008 è stato incriminato in Brasile per avere rubato (e utilizzato) un libretto di assegni di un collega della madre
  • che ha prestato alla sua campagna elettorale 700mila dollari, pur non avendo mai dichiarato più di 50mila dollari di reddito annuo nel periodo precedente il voto del 2022 (nel 2016 chiese donazioni per essere aiutato a pagare il funerale della madre)
  • Che è oggi un rappresentante del partito repubblicano, il cui voto è fondamentale per l’esile maggioranza del partito alla Camera e che fa parte di due commissioni parlamentari (per quanto minori: la “Small Business” e la “Science, Space and Technology”)

Viviamo nell’era della mitomania, basta aprire qualsiasi social per rendersene conto (o dover valutare dei cv, come mi è capitato spesso di fare, soprattutto negli ultimi anni). Il che è paradossale, visto che è oggi molto più facile verificare la veridicità di ciò che viene dichiarato: scoprire, ad esempio, che la fellowship o la visiting professorship di un anno in una prestigiosa università straniera è in realtà un seminario di una mezza giornata fatto a spese proprie. Ma anche per gli standard di oggi – quelli di un presidente del Consiglio italiano che tarocca il proprio cv, ad esempio – la storia di George Santos è davvero unica e tanto ci dice di cosa sia diventato il partito repubblicano o almeno la sua rappresentanza alla Camera bassa

Qui sotto il cv di Santos utilizzato per la campagna elettorale del 2022: https://www.nytimes.com/interactive/2023/01/11/us/resume-of-george-santos.html

Di Mario Del Pero

Professore di Storia Internazionale e di Storia degli Stati Uniti all'Institut d'études politiques - SciencesPo di Parigi

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